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Archivio di Stato di Lucca

Estimo di Pietrasanta 4

L'Estimo, poi Catasto, del Vicariato di Pietrasanta si compone di 71 unità, giunte all'Archivio di Stato di Lucca nel 1889 dalla Agenzia delle Imposte dirette di Pietrasanta ed è composto da documenti redatti in un ampio arco cronologico, che va dal 1377 sino al 1833. Il registro 4, oggetto di restauro, è un Estimo di Pietrasanta del 1464, con variazioni ed aggiunte sino al 1497 circa.

 

Stato di conservazione prima del restauro

Prima dell'intervento, il volume era fortemente danneggiato e per questo era stato escluso dalla consultazione. I primi 4 fascicoli e gli ultimi 5 erano slegati dal corpo del volume, le carte apparivano feltrose, lacunose e frammentarie soprattutto ai margini.

La coperta, composta da due strati di pelle senza ulteriore supporto, presentava in origine una doppia cucitura lungo i margini, della quale rimanevano integri pochi punti. Inoltre mostrava molti depositi coerenti e incoerenti che nascondevano le scritte impresse sul lato anteriore. Nella parte posteriore interna, soprattutto al piede, erano diffusi i prodotti di un attacco microbiologico e diverse lacerazioni e lacune. Il margine esterno del lato posteriore della coperta conserva i segni di un taglio verticale, effettuato in una fase successiva alla produzione, col quale è stata eliminata una porzione di cuoio che probabilmente andava a chiudere il volume fino ad almeno un terzo della dimensione del lato anteriore: ciò si può supporre per la presenza di fori sul davanti non riconducibili alle corregge, ma piuttosto al punto a cui era legato verosimilmente un nastro, un fermaglio o un bottone di chiusura.

Le corregge e i capitelli originali sono andati persi ma ne rimane traccia sia per i fori che per alcuni frammenti di materiale che per le impronte di diversi livelli di consumo riscontrate sui supporti. I nervi in pelle allumata invece sono rimasti per lo più integri, solo quello di testa è mozzo alla sua estremità posteriore. La cucitura era indebolita e discontinua in più punti, soprattutto all'inizio e alla fine del volume, ma anche in più fascicoli interni.  

 

Fasi dell'intervento di restauro

Il volume è stato depolverato in ogni sua parte: le carte sono state spolverate con pennellesse dalle setole morbide e spugne di lattice vulcanizzato. Nei punti in cui i depositi erano più coerenti al supporto sono state usate diverse tipologie di gomme e spugne. La coperta e le parti esterne del volume sono state aspirate meccanicamente con microaspiratore con filtri HEPA e bocchetta con setole morbide in plastica, per asportare senza diffondere le eventuali spore presenti soprattutto sulla coperta. 

Le carte dei primi e degli ultimi fascicoli, dopo il lavaggio, sono state restaurate con il metodo del restauro meccanico o leafcasting, con una miscela di polpa di cellulosa e conifera, a seguito del quale sono state collate con metilidrossietilcellulosa al 2% in acqua demineralizzata per restituire la consistenza originaria. Dopo l'asciugatura le carte, opportunamente interfogliate, tra fogli di tessuto non tessuto e carte assorbenti, sono state spianate con pressa da legatoria.

La cucitura è stata ripristinata come in originale, riutilizzando i supporti preesisenti in pelle allumata che presentavano una sufficiente resistenza meccanica. I capitelli sono stati ricostruiti con anima di cuoio e filo di canapa su imitazione di quelli esistenti nel volume "Estimo di Pietrasanta 3", ovvero unicamente con copertura primaria. 

La coperta è stata profondamente depolverata e disinfettata per tamponamento con soluzione idroalcolica, le lacune sono state reintegrate con pelle conciata al naturale compatibile all'originale per colore, grana e spessore; la pelle nuova è stata sagomata e scarnita con coltello a lama piatta e incollata alla coperta con amido di grano zin shofu in acqua demineralizzata in proporzione 1 a 3. Le cuciture lungo i bordi sono state ripristinate lungo tutti i lati escluso quello posteriore esterno, in quanto questo lato risulta  evidentemente tagliato e privo dei fori di cucitura marginali, il che lascia presumere che fosse originariamente più lungo e coprisse in parte il lato anteriore.  

Il sistema di ancoraggio del volume alla coperta è stato riproposto come in origine, senza utilizzo di adesivi. Le corregge di cuoio sono state ricostruite su imitazione di quelle del volume sopracitato, realizzandone di nuove e legandole a coperta e nervi del volume per intreccio di nastri di pelle allumata, utilizzando i fori originali. Anche i capitelli sono stati ancorati alla coperta, su due punti per parte, con nastri di pelle allumata usando i fori originali.

 

*Restauro a cura di Giuseppe Fiorentini e Cecilia Peretti. Testo di Cecilia Peretti



Ultimo aggiornamento: 27/02/2024